È tutta questione di… intelligenza.
E questa notizia proprio ci voleva, nel senso che, effettivamente, si era presa una china a dir poco ridicola; strumentale alla raccolta di voti, tanto in Italia e, secondo me, quanto nel mondo.
Che diventi un problema di identità andare in un bagno pubblico è semplicemente assurdo e, sempre dal mio punto di vista, persino lesivo del libero arbitrio individuale. Mi spiego meglio.
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There is One comment
No comment… caro Prof ė un’assurdità. I bagni degli uomini hanno per lo più gli orinatoi… voglio proprio vedere le signore alle prese con quegli aggeggi. Se i bagni fossero a misura d’uomo e di donna, cioè con il water credo che il problema non si porrebbe. A parte che personalmente proverei un lieve disagio che è lo stesso che provo dai parrucchieri unisex. Credo si chiami riservatezza. Uno va in bagno e ci si chiude e amen, maschi femmine e omosessuali, che ricordo per i piu giovani che li hanno scippati dell’abc e quando se ne accorgeranno saranno dolori, che omos in greco, nostra lingua madre e padre con il latino, significa uguale, medesimo , e quindi questo termine si deve usare per indicare chi è attratto sessualmente dallo stesso proprio sesso. E ooppss ho perso il filo.
Detto questo credo che ci sia tanta troppa ipocrisia. Voler irregimentare i bambini in canoni che non appartengono all’infanzia ė si un assurdità! Ci
terrei che i bambini non fossero privati della gioia di dire mamma, che pare che ma ma siano le prime sillabe dopo il vagito, piu o meno in ogni lingua, e papà. Il discorso è lungo, direi che questa storia sui gusti sessuali, che va bene ognuno ha i suoi, ha proprio stancato. E comunque non vedo perché si debbano sventolare vessilli e bandiere. Sono sempre e comunque per la riservatezza valida compagna sia per gli etero che per gli omo.
A Genova siamo un po’così. Rispetto e affari propri.
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