È tutta questione di… cattiveria.

Sarà il caso di rivedere il nostro concetto giuridico di minorenne. E dunque, rivedere anche quello di maggiorenne.

Se da parte della Legge è legittimo il trattamento differenziato in base all’età, mi sembra giusto ragionare sul fatto che si possa differenziare il dolore e la deturpazione nel corpo e nella mente della vittima. La forza di un minore aggressivo di oggi, è meno distruttiva di quella di un maggiorenne che tratta nello stesso modo? Inoltre, qui non si tratta di forza isolata, singolare, perché questi individui “minori” si spostano spesso assieme a “maggiori”, e realizzano il loro piacere violento in gruppo, in massa, protetti dal consueto andazzo italiano dell’impunità.

Leggi tutto qui.